di Paolo Vuilleumier
Sindaco di Ravello
È il festival di Ravello, della sua gente, dei suoi luoghi.
E naturalmente degli ospiti, che scelgono di soggiornare in una città che si fa apprezzare negli scorci mozzafiato, nell’accoglienza di qualità, nella pace e nella tranquillità che domina ogni dove.
Fedele alla sua vocazione, eppure sempre in trasformazione ed ancorato, saldamente, alle sue radici.
Fu infatti un ravellese, Paolo Caruso, allora presidente dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Ravello, ad immaginarne la realizzazione nel 1953, in occasione dei 70 anni della morte di Richard Wagner, che proprio a Villa Rufolo aveva tratto ispirazione per il suo Parsifal.
Da allora, grazie a quella felice intuizione e al contributo di istituzioni come l’Ept di Salerno, associazioni ed operatori del settore turistico, da 72 edizioni, ininterrottamente, la nostra proposta culturale è stata imperniata sulla programmazione del Ravello Festival.
Dalle grandi orchestre degli inizi, alla diversificazione in generi e sezioni voluta sotto la presidenza di Mimmo De Masi.
Nel corso degli anni il festival si è arricchito ogni volta di nuovi contenuti e proposte, rendendo il cartellone più originale di anno in anno, ed incontrando il favore di critica e di appassionati. Fino ad inglobare un evento, come il concerto all’alba, ideato da Pasquale Palumbo e divenuto l’appuntamento più atteso, gettonato e ricercato dell’intera rassegna.
Un’identità forte e coerente, che rende sempre più magnetico l’appeal della Città della Musica.