Ravello tra passato e futuro
di Paolo Vuilleumier
Sindaco di Ravello
Si terrà quest’anno nei giardini di Villa Rufolo la 70esima edizione dei concerti intitolati a Richard Wagner che qui aveva tratto ispirazione per il suo Parsifal. È stato un ravellese Paolo Caruso, allora presidente dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Ravello, ad immaginare la realizzazione nell’anno 1953 – a 70 anni della morte del compositore tedesco – di un’audace soluzione di ricollocamento del palcoscenico, una balconata a picco sul mare, che si riuscì a realizzare grazie alla condivisione del progetto ed al sostegno economico del direttore dell’Ente Provinciale per il Turismo, Girolamo Bottiglieri.
Prima della realizzazione del palco sospeso e proteso all’infinito, già nel 1932, il 18 maggio, in occasione della “Settimana Salernitana” (promossa dal Comitato Provinciale del Turismo di Salerno dal 15 al 22 maggio 1932 con l’obiettivo di richiamare “correnti cospicue di turisti” alla visita delle bellezze naturali, archeologiche e artistiche del territorio) la Città di Ravello contribuì con la “Rievocazione Wagneriana nel Giardino di Klingsor a Villa Rufolo”.
In quell’occasione il primo concerto wagneriano si svolse in Villa Rufolo con il palco d’onore posizionato nella terrazza superiore e con le sedie del pubblico posizionate tra le aiuole dei giardini. Altre edizioni si tennero sino al 1953 anche nella piazza Vescovado.
Ripercorrendo brevemente la storia di Ravello del secolo scorso rinveniamo i tratti che ne hanno caratterizzato la crescita culturale e turistica.
Nel corso degli anni nel nome di Wagner e grazie alle tante personalità che hanno promosso a Ravello un’intensa attività culturale ed intellettuale, Ravello ha saputo coltivare nel miglior modo possibile l’enorme patrimonio in suo possesso.
Nel 2002 inizia un nuovo percorso con la Fondazione Ravello di cui quest’anno ricorre il ventennale della costituzione.
Per anni, infatti, si era cercato di collegare maggiormente a Ravello ed al territorio costiero l’attività che si svolgeva in Villa Rufolo – di proprietà in quota parte dell’Ept di Salerno e del Ministero dei beni culturali – senza mai raggiungere risultati concreti.
In questi vent’anni la Fondazione ha cercato di realizzare una proficua sinergia tra gli enti, coinvolgimento del territorio, ricerca di una programmazione artistico-culturale che potesse contemperare tradizione, immagine internazionale, richiamo di flussi turistici.
Obiettivi che con alterne vicende in parte sono stati raggiunti. C’è ancora molto da fare e senz’altro gli organismi della Fondazione con l’impulso degli Enti soci fondatori sapranno dare attuazione a quelli che sono gli scopi statutari.
Il programma artistico che oggi si presenta, curato dal direttore artistico Alessio Vlad – cittadino di adozione della Costa d’Amalfi e di Ravello in particolare – propone eventi che sono di respiro internazionale – con grandi orchestre e direttori d’orchestra – che senz’altro garantiranno un positivo ritorno di immagine culturale e turistica dell’intera Regione Campania.
Il turismo a Ravello ed in costa d’Amalfi è molto cambiato negli anni. La ripresa dei flussi turistici che sono tornati ai livelli del 2019, dopo la crisi pandemica durata due lunghi anni, ci fornisce indicazioni di ulteriori cambiamenti in atto rispetto alla domanda, che dovranno essere tenuti in considerazione per l’attuazione delle ottimali strategie di valorizzazione del territorio e di accoglienza. È proprio a seguito di queste valutazioni che gli operatori turistici del territorio hanno rivolto istanze – recepite dall’Amministrazione comunale – di una programmazione artistico-culturale diversificata e di un festival concepito in maniera diversa.
Sarà senz’altro questo il tema che sarà affrontato nei prossimi mesi dagli organismi della Fondazione Ravello, con l’obiettivo primario di anticipare quanto più possibile la programmazione del prossimo anno.